Oggi voglio parlarvi di un tema delicato.
Medicina tradizionale o alternativa?
Il mercato parla chiaro: secondo i dati Istat in Italia 1 persona su 5, almeno una volta nella vita, si cura con le medicine non convenzionali (12 milioni di persone). E il trend è in crescita.
In Germania e Francia l’utilizzo di metodi alternativi è il doppio che in Italia.
Spesso se ne fa uso in abbinamento ad altre terapie oppure per contrastare gli effetti collaterali di altre cure (il caso classico è quello dei malati oncologici) . Il settore è in espansione.
Queste discipline vengono scelte da persone in genere tra i 35 e i 50 anni e la maggior parte ha un grado di istruzione e di reddito medio-alto. Negli ultimi anni, poi, stiamo assistendo anche a un picco inedito che riguarda le persone anziane, dai 65 anni in su, che sempre più spesso scelgono queste cure in parallelo o in alternativa alle terapie più tradizionali.
Siamo in un periodo storico di grande cambiamento
Le nuove generazioni oggi sono più attente alle tematiche ambientali e alla salute in genere grazie ad una maggior consapevolezza dell’importanza di prendersi cura di sé.
Questo cambiamento fa sì che l’approccio della medicina tradizionale venga messo in discussione molto di più e molto più spesso rispetto ad un tempo.
Qualche decina di anni fa era già un miracolo che qualcuno potesse dare un consiglio (medico) e un rimedio (medicina) per stare meglio; oggi la possibilità di accedere a tutte le notizie esistenti tramite Internet e un maggior livello culturale medio porta le persone a diventare attori consapevoli e interessati all’approccio utilizzato per ritrovare il benessere e/o la salute.
Sono sempre meno gli individui che, con un atteggiamento passivo, aspettano una diagnosi e una cura senza riflettere sul senso della stessa.
Molte volte si arriva addirittura all’opposto, ovvero una persona prova a farsi una diagnosi da sola avendo letto poche righe su Internet. E ciò può essere molto pericoloso! Ancora più pericolosi sono i terapisti che si sono inventati tali da un giorno all’altro e che non hanno una solida preparazione alle spalle. Non affidarti a persone come queste e non seguire le mode del momento. La salute e il benessere sono un argomento serio.
Corpo e mente: un unico sistema
C’è un’evoluzione comune verso concetti come quello secondo cui corpo e mente sono due parti di un sistema unico e che solo con la salute di uno e l’equilibrio dell’altro può esistere la salute. Basti pensare a quante volte sentiamo intorno a noi persone che vogliono curarsi ma, anche senza una preparazione specifica, preferiscono farlo senza medicine. Molti clienti venuti nel mio studio, senza che io aprissi bocca, mi hanno detto: “Se posso, mi curo senza farmaci”.
Non essendo un medico, io non mi permetto di dare consigli in tale direzione, ma è un dato oggettivo che siamo di fronte ad un cambiamento di coscienza: molte persone non vogliono solo farsi passare il problema (dolore o malattia che sia), ma vogliono capire perché è venuto e magari trovare un modo per non ricaderci.
Pensa quante volte le persone si informano e scelgono di curarsi in un ospedale piuttosto che in un altro. Di fronte a ciò non possiamo più pensare di aiutare le persone guardando con il paraocchi, perché è questo il limite più grosso della medicina tradizionale.
Il futuro sarà quello delle terapie (mediche e non) integrate.
Cosa significa?
Significa che se una persona ha male alla schiena e si spera di curarla solo spegnendo il sintomo senza chiederle cosa è successo prima, come mangia, come dorme, osservando come respira e così via, si farà (e si fa) ben poca strada, soprattutto rispetto alle potenzialità che un approccio olistico, ovvero a 360 gradi, permette.
Per “olistico” intendo un approccio in cui si guarda alla persona nella sua complessità, non per singoli pezzetti indipendenti; l’azione curativa che poi si imposta, medica o no, è un altro discorso.
Qualche esempio per capire meglio
Se soffro di bruciore di stomaco, ha senso che mi venga consigliato un gastroprotettore senza che nessuno valuti e corregga l’azione del diaframma durante la respirazione? Almeno la metà delle gastriti è infatti causata da un diaframma retratto che schiaccia lo stomaco.
È come se ogni mese cambiassi le pastiglie dei freni della macchina perché consumate invece di cambiarle una volta per tutte e togliere il freno a mano.
E ancora, secondo te ha senso ricorrere a farmaci o a infiltrazioni perché ho sempre mal di schiena, senza che nessuno indaghi sull’occlusione dentale (corretta o meno) o sul fatto che quel dolore è arrivato alcuni mesi dopo una distorsione alla caviglia?
Oppure, immagina di tornare a casa e trovare il pavimento bagnato: la prima volta lo asciughi, ma la seconda chiami l’idraulico per controllare che non si sia rotto un tubo.
Io scelgo una strategia integrata
Nella mia quotidianità ho l’abitudine di relazionarmi con medici o colleghi che hanno altre competenze, per onestà e per il bene del mio cliente. Mettere il proprio 100% significa anche questo, per me. Un esempio? Se una vecchia otturazione in metallo influisce sulla postura del mio cliente, io telefono al suo dentista e spiego ciò che ho potuto osservare durante l’anamnesi e quali sono i test oggettivi effettuati. Insieme scegliamo quindi la miglior strategia di intervento, che diviene così integrata e offre maggiori risultati.
E questo vale per qualunque problema che passi dal mio studio e richieda in intervento multidisciplinare. L’unione di competenze diverse è il futuro.
Del resto, quando ristrutturi una casa chiami muratore, elettricista, idraulico e palchettista, giusto? E perché dovrebbe essere diverso per il corpo? 😉
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